Le prove penetrometriche statiche (CPT) devono essere eseguite secondo la normativa di riferimento (AGI, 1977). Vengono diffusamente utilizzate per la caratterizzazione meccanica dei terreni di natura prevalentemente coesiva (Argille, Limi). La prova consiste essenzialmente nella misura della resistenza alla penetrazione di una punta conica di dimensioni e caratteristiche standardizzate, infissa a velocità costante nel terreno.
Lo sforzo per la penetrazione viene applicato per mezzo di un dispositivo di spinta che agisce su una batteria di aste cave alla cui estremità inferiore è collegata la punta.
Il dispositivo di misura dello sforzo per la penetrazione caratterizza il penetrometro che può essere dei seguenti tipi:
- penetrometro elettrico, nel quale lo sforzo è misurato mediante dispositivi elettrici (ad es. estensimetri) montati direttamente nella punta (Prove CPTE – CPTU);
- penetrometro meccanico, nel quale lo sforzo per l’infissione della punta è misurato mediante manometri collegati al martinetto che esercita la spinta; in questo caso la punta da utilizzare, con manicotto, è detta anche punta “Begemann” (Prova CPT)
L’introduzione della misura nella pressione dei pori ha considerevolmente aumentato le potenzialità del penetrometro elettrico. Rispetto alle prove CPT con punta elettrica quelle con il piezocono, infatti, differiscono soprattutto per la presenta di un filtro poroso che permette la misura della pressione dei pori; la prova CPTU va quindi eseguita in terreni saturi, al di sotto del livello della falda.